martedì 18 novembre 2008

QUALE CRISI?

Da una discussione iniziata su Facebook nel gruppo della Consulta regionale degli Operatori e delle Imprese del Mktg e della Comunicazione Puglia, ho avviato una mia riflessione personale sul tema.
Parlare di crisi oggi con stupore mi sembra totalmente fuori luogo.
Io credo che l'Italia è in crisi
da molti anni e non certo da qualche mese.
E' come una malattia incubata da tempo che oggi si trova nella fase acuta.
Negarla non serve e non fa bene. Anzi bisogna prendere atto, finalmente, che così
non si va avanti.
Cosa fare? Da dove partire? Penso che sia arrivato il momento di rivedere
radicalmente il sistema, le priorità e il modus operandi.
Credo che sia necessario abbandonare le vecchie logiche in tutti i campi, nella società come nelle imprese.
Secondo me questa crisi si supererà solo se si punterà su tre concetti chiave:
innovazione, merito ed etica.
Questo è ancora più vero se parliamo di imprese.
Questo tema della crisi si collega, inevitabilemente, con il tema della
crisi del marketing e della comunicazione.
Crisi che secondo me va di pari passo con una dilagante aridità e inbruttimento della società.
Il
non parlare, il non confrontarsi, il non osare, il non sperimentare e, ahimè, il non pensare più con la propria testa, si ripercuote inevitabilmente sul campo della comunicazione.
Io credo che sia necessario un cambiamento radicale nel linguaggio, nei mezzi e negli obiettivi della comunicazione.
La comunicazione deve ritornare al suo significato etimologico e cioè:
rendere comune, rendere partecipi gli altri di qualcosa.
Creare con i consumatori
partecipazione, vicinanza e dialogo, magari utilizzando una creatività meno frenata ed inibita, è il futuro.
I mezzi digitali ci possono dare una grande mano in questo processo di cambiamento.



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