venerdì 28 novembre 2008

CONSIDERAZIONI IN LIBERA USCITA

Cambiare prospettiva, Cambiare le regole, Ripensare il nostro ruolo, Ripensare il ruolo dei nostri clienti. Rivedere gli obiettivi.

Queste sono le premesse per immaginare il futuro dlla nostra professione.
Lavorare come abbiamo fatto fino a ieri non porterà risultati e non contribuirà al rilancio e all'affermazione del nostro ruolo e della nostra professionalità.

Troppo spesso, ancora oggi, noto un approccio superato, nelle strategie di marketing.

Troppo spesso mi imbatto in piani di promozione che seguono vecchie logiche.

Troppo spesso incontro imprese insoddisfatte della redemption delle operazioni di marketing.

Troppo spesso sono "disturbata" da comunicazioni invadenti e non richieste.

Troppo spesso vedo affissioni e spot TV inutili senza nessuna strategia coordinata e coerente.

Tropo spesso noto aziende assenti dalla "Rete" mentre i loro clienti parlano bene o male di loro.

Troppo spesso noto che il mondo della comunicazione, tranne qualche eccezione brillante e d'innovazione, è troppo stanco e troppo fermo.

Bisogna ripartire da nuove premesse, dall'ascoltare più che dal parlare, dal saper cambiare in itinere piuttosto che dal stare immobili, dall'investire il giusto piuttosto che il tanto, dal privilegiare la qualità piuttosto che la quantità, dall'affidarsi a professionisti piuttosto che ad improvvisati.

I consumatori nell'era 2.0 esigono qualità e merito.
Mettono a nudo improvvisazione e scarsa professionalità.
Ci costringono a lavorare bene, ad innovare e ad essere reattivi.

Credo che noi, giovani comunicatori, a volte molto più fermi e vecchi rispetto a chi fa questo lavoro da anni, abbiamo l'obbligo di essere coraggiosi e di guardare il nostro lavoro con occhi diversi.

mercoledì 19 novembre 2008

Guerrilla Marketing in Brasile

Guardate un po' lo stupore sul volto della gente...è bellissimo!
E' un'iniziativa di J & J Clear & Clean in Brasile per promuovere un nuovo prodotto di bellezza.
Il claim scelto era:
“Sveglia la pelle e metterai subito in moto la tua bellezza!”

martedì 18 novembre 2008

FACEBOOK: LA MIA OPINIONE

Uso Facebook da quando online c'erano solo pochissimi amici altamente orientati alle nuove tecnologie.

Nel giro di due-tre mesi tutto è cambiato... all'improvviso un'orda di gente, che smanettava o totalmente imbranata, si è affacciata su Facebook.

Ho chiesto in giro a molti miei amici cosa li ha spinti ad iscirversi...la risposta? Non volevano rimanere indietro. Volevano anche loro partecipare, essere connessi con gli amici, i vecchi compagni di classe, i colleghi.
Non volevano perdere l'occasione di far parte di una rete di persone che via via diventava sempre più grande.

Facebook è figlio della voglia di esserci, di dire la propria opinione, di sapere e di confrontarsi in maniera semplice e leggera.

Facebook è prima di tutto svago, momento ludico e di relazione.
Ma credo che questo si può ben integrare nelle strategie di marketing.
I sociali network in generale e Facebook in particolare, sicuramente non sono il luogo ideale dove veicolare messaggi promozionali ma potranno contribuire, se usati in maniera inteliggente, ad esempio a creare community, a gestire e incrementare la reputazione online, a conoscere meglio il target, a captare nuove tendenze.
Aspetti non secondari e fortemente positivi se ben integrati con altri strumenti di marketing online o offline.
Naturalmente Facebook è uno strumento che premierà le aziende più meritevoli.

Per un'azienda, trasparenza, qualità e correttezza sono le condizioni necessarie per accedere al web 2.o.

Tutti gli strumenti 2.0 non perdonano le aziende "furbette"!

QUALE CRISI?

Da una discussione iniziata su Facebook nel gruppo della Consulta regionale degli Operatori e delle Imprese del Mktg e della Comunicazione Puglia, ho avviato una mia riflessione personale sul tema.
Parlare di crisi oggi con stupore mi sembra totalmente fuori luogo.
Io credo che l'Italia è in crisi
da molti anni e non certo da qualche mese.
E' come una malattia incubata da tempo che oggi si trova nella fase acuta.
Negarla non serve e non fa bene. Anzi bisogna prendere atto, finalmente, che così
non si va avanti.
Cosa fare? Da dove partire? Penso che sia arrivato il momento di rivedere
radicalmente il sistema, le priorità e il modus operandi.
Credo che sia necessario abbandonare le vecchie logiche in tutti i campi, nella società come nelle imprese.
Secondo me questa crisi si supererà solo se si punterà su tre concetti chiave:
innovazione, merito ed etica.
Questo è ancora più vero se parliamo di imprese.
Questo tema della crisi si collega, inevitabilemente, con il tema della
crisi del marketing e della comunicazione.
Crisi che secondo me va di pari passo con una dilagante aridità e inbruttimento della società.
Il
non parlare, il non confrontarsi, il non osare, il non sperimentare e, ahimè, il non pensare più con la propria testa, si ripercuote inevitabilmente sul campo della comunicazione.
Io credo che sia necessario un cambiamento radicale nel linguaggio, nei mezzi e negli obiettivi della comunicazione.
La comunicazione deve ritornare al suo significato etimologico e cioè:
rendere comune, rendere partecipi gli altri di qualcosa.
Creare con i consumatori
partecipazione, vicinanza e dialogo, magari utilizzando una creatività meno frenata ed inibita, è il futuro.
I mezzi digitali ci possono dare una grande mano in questo processo di cambiamento.